In un mondo in cui la materia ha conquistato il dominio assoluto abbiamo perso il reale significato della malattia che affligge il corpo. La malattia, molto spesso, rappresenta il carico che il corpo prende su di sé dei mali dell’anima e dello spirito. Nel momento in cui prendiamo un farmaco senza comprendere cosa ci è successo e perché ci è successo, come stiamo vivendo, cancelliamo la voce del corpo che ci sta raccontando dei mali della nostra anima; il corpo si risana, solo in apparenza e l’anima si ammala e muore.
Chi di noi si sente malato perché coltiva in sé il rancore? Chi si sente malato perché odia qualcun altro? Chi si sente malato per la paura di affrontare la vita? Chi si sente malato perché ha perso il senso della misura, perché ha perso l’equilibrio, il senso del giusto mezzo, la sensibilità, la compassione, la capacità di condividere, l’umiltà, il rispetto?
In questo mondo in cui l'anima e lo spirito sono moribondi, prendiamo un protettore delle mucose perché il nostro stomaco in fiamme ci racconta della nostra incapacità di accettare le contrarietà, prendiamo un sonnifero perché abbiamo paura della notte e di ciò che ci racconta su di noi, prendiamo un calmante perché il nostro cuore batte troppo veloce e vuole dirci quanto stiamo frenando la nostra capacità di amare, prendiamo un analgesico perché la nostra testa è troppo affollata del nostro rimuginare pensieri … bavagli, bavagli... bavagli sul nostro cuore, sul nostro intestino, sulla nostra testa … così tutto tace, tutto deve tacere affinché il nostro sguardo non si posi sulla nostra povera anima abbrutita, violentata, annichilita, morente, sul nostro spirito ignaro, stupido, vuoto. Bavagli, a questo si è ridotta la nostra vita!
Quanti di noi temono più per la morte della loro anima che per quella del corpo? Quanti di noi si ribellano all’idea di uno spirito che ignora del tutto le leggi che gli permettono di esistere? E’ poi così difficile danzare la danza della vita? Cantare la gioia di esistere? Celebrare in ogni istante la gratitudine per l’esserci?
Le tenebre non fanno altro che ricordarci quello che non va bene, che non ci piace. Ci danno sempre un pretesto per lamentarci, una aspettativa diversa da ciò che sta accadendo e il male di vivere si insinua in noi, sottile e silenzioso e avvelena il nostro cuore.
Queste considerazioni nate in me, così come le ha sentite il mio cuore, voglio condividere con voi miei allievi, miei amici, miei cari, miei conoscenti. E possa in voi essere sempre viva la fiamma della Conoscenza che sola vi potrà condurre alla pace interiore.
Mario de Veredicis