L’antibiotico resistenza sta diventando sempre di più e in maniera esponenziale un vero problema.
"Si usano troppi antibiotici in modo non appropriato e i batteri sviluppano resistenze perché imparano a conoscere le nostre armi", spiega Giovanni Rezza, esperto di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità. Il problema ha gli sbocchi più drammatici negli ospedali, dove le infezioni sono molto diffuse e colpiscono persone particolarmente fragili, ma riguarda anche il territorio.
"I ceppi resistenti in circolazione aumentano a tutti i livelli", dice sempre Rezza. Colpa di prescrizioni dei medici sbagliate, di terapie non portate fino in fondo e soprattutto dell'auto-cura. In tanti prendono gli antibiotici, magari per problemi virali contro cui quei farmaci non possono nulla, senza sentire il dottore.
"L'uso eccessivo di questi medicinali e il conseguente sviluppo dell'antibiotico-resistenza - spiega il direttore generale dell'Agenzia italiana per il farmaco, Luca Pani - costituisce un problema di particolare rilievo per la tutela della salute dei cittadini, poiché espone al rischio di non poter più disporre, in un futuro ormai prossimo, di alcuna possibilità di cura per le infezioni. Ciò significa che anche patologie oggi ritenute minori, come ad esempio il giradito, potrebbero diventare temibili".
La responsabile del sistema sanitario inglese, Dame Sally Davis ha usato di recente un esempio molto chiaro per dare il senso dell'emergenza: "Gli antibiotici perdono la loro efficacia a un ritmo che è insieme allarmante e irreversibile, simile al riscaldamento globale".
Certo, dopo aver letto queste notizie che ho raccolto da un articolo tratto dal giornale La Repubblica, ci potrebbe cogliere un sentimento di smarrimento e di ineluttabilità. Probabilmente, anzi sicuramente per molti le cose andranno nella maniera su descritta, ma altri avranno la possibilità di fare la cosa che da sempre è stata la più sensata e che decenni di interessi economici delle case farmaceutiche hanno fatto dimenticare alla maggior parte delle persone: mantenere un terreno forte. Come affermava Claude Bernard “Il terreno è tutto, il microbo è nulla”.
Vogliamo dirlo? E diciamolo! La Scuola Quo da anni si impegna nell’insegnamento di sistemi di vita più confacenti a un essere umano che abbia il rispetto di sé stesso: una alimentazione corretta che mantenga gli equilibri acido-base nei nostri tessuti e riduca l’eccesso di tossine, pratiche come lo Yoga e il Pranayama (controllo del respiro) che danno un contributo enorme alla nostra salute, la pratica del rilassamento e della meditazione che agiscono fortemente sulla relazione psiche-corpo. E infine, quando proprio ce n’è bisogno l’ausilio di tecniche energetiche come l’agopuntura e lo shiatsu e non ultima la fitoterapia, che proprio in caso di infezioni banali può costituire una validissima alternativa all’uso degli antibiotici. Insomma si può stare bene e in salute, basta impegnarsi un po’.